Alla Fabbrica Eos la mostra personale di Manuel Felisi “… E Respirare”

La galleria milanese Fabbrica Eos presenta la mostra personale di Manuel Felisi “… E Respirare” a cura di Ivan Quaroni.

La galleria milanese Fabbrica Eos ospita la mostra personale di Manuel Felisi “… E Respirare” a cura di Ivan Quaroni, dal 23 settembre al 23 ottobre 2021 in Viale Pasubio (angolo via Bonnet) a Milano.

La mostra personale di Manuel Felisi

Manuel Felisi si muove con disinvoltura nei diversi ambiti del fare artistico, dalla pittura, alla fotografia fino alle tecniche dell’installazione per raccontare sempre di uno stesso tema, il Tempo. Il tempo riguarda tutti noi, il nostro esserci; il tempo che con il suo passare cambia le cose, le preserva o le fa dimenticare.

La mostra “… E Respirare” già dal titolo dà un’accezione profonda e liberatoria per confrontarci con la natura che ci circonda.

L’immagine più frequente nelle opere di Felisi è l’albero, simbolo di energia e rigenerazione per rivitalizzarsi, che converge perfettamente al centro, reiterata in una serie di dipinti curiosamente intitolati “Vertigini” accostati l’uno con l’altro a rappresentare scorci vertiginosi di rami e fusti. Le vertigini di Felisi convergono dal basso verso l’alto e concentrano lo sguardo al punto centrale dell’opera per portare l’occhio dello spettatore ad accorgersi della vastità che lo circonda, in una sorta di rovesciamento con la natura stessa.

Il parere del curatore

“La pittura è il fuoco centrale della pratica di Manuel Felisi, – spiega Ivan Quaroni curatore della mostra – la disciplina di costruzione delle immagini da cui in seguito si è sviluppata una ricerca plastica e oggettuale legata, come sappiamo, alla memoria, luogo di convergenza dei processi di conservazione e cancellazione dei ricordi. Infatti, ben prima delle installazioni in cui l’acqua, sotto forma di pioggia o di ghiaccio, assume il ruolo di ricettore mnestico e di sismografo organico di ogni accadimento, la pittura ha fornito all’artista l’opportunità di maturare un proprio linguaggio lirico”.

L’OPERA 

Una somma di procedure ibride e di tecniche spurie che includono, accanto all’atto gestuale del dipingere, l’uso di strumenti reiterativi per produrre pattern ornamentali (come i vecchi rulli per la decorazione d’interni). La scelta di supporti e materiali di origine industriale (come la resina o il feltro) e la stampa d’immagini fotografiche digitalizzate che si imprimono, come sigilli definitivi, sulla massa stratificata dei depositi pigmentali. Il risultato finale è un quadro, e più spesso un polittico, costruito, come i file digitali, per sovrapposizione di più livelli pittorici, ognuno dei quali è l’inconcluso e indefinitivo tassello di un percorso progettuale che si palesa solo alla fine della lavorazione dell’opera. Ciò significa che la pittura di Felisi è anche una forma di design, cioè di progettazione dell’immagine, che non esclude, però, la possibilità di deviare dall’intento originario e di includere la componente erratica della pittura tradizionale. In mostra sarà presente anche un’installazione dal titolo “Il peso dell’ombra”.

La Biografia dell’artista

Manuel Felisi nasce nel 1976 a Milano, frequenta il Liceo Artistico e l’Accademia delle Belle Arti di Brera. Nella sua pratica artistica si muove tra diversi ambiti includendo nelle sue opere pittura, fotografia e collage, per creare installazioni nelle quali traduce e racconta il tempo. Il file rouge che lega la sua produzione è un argomento che riguarda tutti noi, il nostro essere ed esserci, qui ed ora;

il tempo con il suo passare cambia le cose, le preserva e le fa dimenticare.

Utilizza la fotografia per esprimere un tempo che immobilizza e misura luoghi, oggetti, persone e sentimenti; l’istante dello scatto fotografico non è più una mera operazione meccanica ma diventa il simbolo che lega le diverse tipologie di tempo descritte nell’opera.

Le sue opere sono composte da strati di diversi materiali che seguono sempre uno stesso ordine scientifico, come un rituale che – dalla pittura alla stampa – non si confonde mai con la meccanicità e la ripetitività poiché sempre frutto del coinvolgimento e del sentimento che guidano il suo fare artistico.